lunedì 18 febbraio 2013

La pentola a pressione

La storia è questa.
La signora Iginia un lunedì mattina riceve la telefonata di una sua amica.....conoscente, l'Urbana. 
L'Urbana, di comprovata oratoria, dopo aver sciorinato tutta una serie di convenevoli, atti a sondare la predisposizione diurna della Sig.ra Iginia, nota per i repentini sbalzi umorali, dopo aver lisciato per bene il pelo al gatto e aver spinto il pavone ad aprire la ruota, arriva al sodo della questione:
 "ambasciator non porta pene - introduce in difesa - il nostro caro amico Carpìno chiede se, per favore, se la cosa non ti disturba troppo e sempre che tu ne abbia voglia e tempo, se  potresti cucinargli della selvaggina? Sai, ha degli amici a cena e vorrebbe fare buona figura, quindi a pensato a te, che, sicuro, non sbagli un colpo in cucina". 
Detto fatto, la Sig.ra Iginia , risucchiata dal vortice delle chiacchere lusinghiere, ingoia esca ed amo senza batter ciglio. 

Lasciata raffreddare la cornetta del telefono la povera si rende conto d'aver agito con ingenua spontaneità, ma tant'è, oramai "ciò che è promesso va mantenuto".  

Con cura, allora, segue la ricetta per la cottura della carne selvaggia, ché non vuole fare figuracce. Sceglie gli aromi: alloro, rosmarino, aglio, timo, sale pepe in grani; il vino: rosso; lava e pulisce la carne e  la taglia a tocchetti quindi la pone a marinare un giorno intero nel vino con gli aromi; prepara poi un soffritto di verdure con sedano cipolle e carote, scotta la carne appena infarinata per qualche minuto rigirandola, poi lascia cuocere per un paio d'ore aggiungendo brodo e il vino della marinata. Addensa infine un poco di sughetto con maizena e frulla parte del soffritto. 
E....consegna la carne così cucinata utilizzando come contenitore la pentola a pressione: "Che così resta ben chiuso e non esce niente". 

Ebbene a distanza di due mesi la signora Iginia sta ancora aspettando che le venga restituita la sua pentola a pressione, SUA PENTOLA A PRESSIONE! 





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